Una guida ai piatti tipici
Dalle ricette di pesce ai tortini di verdure, dai sapori del mare a quelli delle colline, il tutto accompagnato dal gusto inconfondibile degli oli provenienti dai frantoi locali: questi sono i sapori tipici della Versilia.
Si parte dalle anguille di Viareggio, le cèe, agli sparnocchi con i fagioli, fino al risotto seppie e bietole cucinato a Marina di Camaiore.
Dubito del suo gusto in cose più importanti.
Charles Lamb, Saggi di Elia, 1823
Il piacere dei banchetti non si deve misurare dalle ghiottonerie della mensa, ma dalla compagnia degli amici e dai loro discorsi.
Marco Tullio Cicerone,
Cato Maior de senectute, 44 a.C.ca.
La Versilia si presenta come una un continuum urbanizzato lungo la costa, una linea che scorre ordinatamente, disposta fra il mare e le Alpi Apuane. Un rapporto stretto con il mare, nato principalmente per motivi commerciali in secoli passati che hanno visto la Versilia come una grande zona acquitrinosa, con l’agricoltura come principale fonte di sostentamento per le popolazioni. Le grandi bonifiche operate dalla fine del 1400 permisero una maggiore fruibilità della fascia costiera e la diffusione delle attività di pesca. Una svolta che si ritrova ancora oggi nella cucina, che mescola sapientemente i sapori di mare a quelli di montagna<. Basti pensare ad esempio alle ricette quali il farro con il pesce o ai gamberi e calamaretti gratinati con farro e insaporiti con olio d’oliva e pomodoro.
Partiamo da Viareggio, principale porto peschereccio della Versilia che ancora oggi reca ampie testimonianze di questo radicamento tra la gente e il mare. Vale la pena, innanzitutto, di concedersi una passeggiata per visitare i numerosi mercati ittici che al mattino animano questa città. In primis quello della centralissima piazza Cavour, attorno alla quale si possono individuare alcuni negozi storici come l’antica pescheria Volpe. Proprio a Viareggio assaggeremo uno dei piatti della più antica tradizione versiliese: le cèe in padella, fatte con aglio e salvia, recentemente reinterpretate con l’aggiunta di una grattatina di scorza di limone. Particolarmente radicato nella tradizione viareggina, questo piatto veniva originariamente preparato con gli avannotti delle anguille (detti appunto cieche) che, nottetempo, venivano pescati mentre risalivano la foce del fiume Burlamacca dal lato della Torre Matilde. Oggi questa pesca è vietata e le cieche in commercio provengono da allevamento. Sempre a Viareggio, non possiamo mancare di assaggiare gli sparnocchi con fagioli, ricetta che unisce i sapori di campagna a quelli di mare, impiegando un tipo di crostaceo locale simile alle cicale.
Spostiamoci ora verso Camaiore, dove potremo assaggiare la “scarpaccia”, tradizionale tortino di verdure molto saporito che qui, a differenza del resto della Provincia, si realizza salato. Portando l’attenzione sulle preparazioni a base di pesce, a Marina di Camaiore, immancabile un assaggio di risotto con seppie e bietole, altra preparazione che mescola i frutti del mare a quelli della terra, o il polpo, che qua, a differenza di quanto avviene nel resto della Toscana, viene preparato senza pomodoro, spesso con le patate, in ricette rese fragranti dal tipico sapore degli oli provenienti dai frantoi locali. Ricordiamo, infine, un’altra specialità camaiorese la cui preparazione ha origini lontane: il “biroldo”, un salame di sangue di maiale aromatizzato.